Luigi Lonardi ci lasciò il 24 ottobre del 2016. La grande fede, che gli aveva permesso di affrontare il male con una serenità esemplare, l’aveva accompagnato fino all’ultimo. E fino all’ultimo aveva seguito le vicende del Coordinamento Nazionale del Risorgimento che aveva fondato, con altri amici delle associazioni italiane nella primavera del 2004 e poi aveva guidato sempre. Non aveva potuto partecipare, pochi giorni prima della scomparsa, alla riunione che doveva prendere atto, con grande rammarico, della sua dichiarata impossibilità a tenere ancora l’incarico di coordinatore nazionale. Aveva saputo egualmente che, nonostante la sua decisione, l’assemblea l’aveva acclamato all’unanimità presidente onorario del Coordinamento, non per riguardo formale, ma perché a tutti era parso indispensabile giovarsi del suo impulso e del suo consiglio, magari da lontano. L’ultimo suo messaggio risaliva a poche ore prima della morte a dimostrazione che era andato via senza abdicare al suo pensiero e a ciò che sentiva come dovere morale.
Da allora il consiglio di Luigi non c’è più stato. Ma non è mai venuto meno l’impulso che la sua bella figura di alpino, di cattolico liberale, di personaggio legato al principio dell’Unità italiana e al significato della sua terra, al ruolo storico delle colline Moreniche, hanno continuato a suggerire. La sua lotta per il riconoscimento del 17 marzo, quella per i simboli della Nazione italiana libera, unita, indipendente e democratica, condotta insieme a donne e uomini dalle diverse formazioni politiche e culturali è stata l’esempio più concreto della strada da seguire. Egualmente di grande valore è stata la lotta perché ragioni diverse da quelle ideali non conducessero la sua terra di Solferino a perdere la sua identità. L’amore per il suo Comune si era espresso anche nell’incitamento a unirsi intorno ai grandi valori condivisi dalla nazione. Un passo di una sua lettera del 2013 ai concittadini che aveva guidato da sindaco e da assessore diceva:
«ricordando l’azione del Presidente emerito Carlo A. Ciampi, che il 4 novembre 2001, in Visita di Stato a Solferino e San Martino, ha richiamato i cittadini italiani all’amore verso il Tricolore, auspicando che ogni famiglia custodisse nella propria casa un tricolore italiano […]. L’auspicio è che questo simbolo continui ad essere l’elemento unificante della nostra complessa identità nazionale, una nazione ricca di città capitali e di città martiri, che attraverso un difficile percorso risorgimentale ha raggiunto l’Unione, esaltandone l’italianità e affermando valori sui quali si basa la nostra Costituzione».
Luigi ci lasciò poco tempo dopo la dipartita di Carlo Azeglio Ciampi, ma i valori che entrambi avevano testimoniato nella coerenza non ci hanno lasciati e il loro ricordo ancora oggi ci rende più convinti ancora dei concetti nei quali abbiamo creduto insieme, ogni volta ritrovandoli nelle parole e nello sguardo di Luigi e nella saggezza della sua guida, sempre sorridente e serena, alla quale il Coordinamento Nazionale del Risorgimento continuerà ad ispirarsi.
Dalla sua scomparsa molte attività sono state avviate e nuove associazioni si sono avvicinate al “suo” Coordinamento. Qualcuna ha avuto difficoltà a proseguire, ma ne attendiamo il ritorno perché gli avvenimenti hanno dimostrato che dei grandi principi testimoniati da Luigi Lonardi c’è ancora molto bisogno per un paese che non deve soffrire di divisioni morali e che può trovare coesione ricordando la storia e i valori che il Risorgimento ci ha consegnati.

IL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE ASSOCIAZIONI RISORGIMENTALI

Un grande Presidente

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