Detta Albertina poiché particolarmente gradita a Carlo Alberto, era in dotazione, con varianti, agli ufficiali piemontesi di ogni arma terrestre.
Fu utilizzata nel ‘48 anche da toscani e pontifici che riconoscevano il re di Sardegna come guida del processo di unificazione.
Sulla lama reca inciso “viva l’unione” e “viva Leopoldo II”